lunedì 24 maggio 2010

L'Eternità in frammenti

La settimana scorsa ho ascoltato la Parola di Dio predicata da un amico, il quale sulla scorta di Gv 14, 27 (vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore) mi invitava a cercare la pace, a prendermi un momento per parlare con il Signore. Bisogna difenderla, questa pace, strapparla alla routine, impossessarsene con determinazione. Solo allora - questo il focus dello spunto - potremo ascendere, per ascoltare la voce di Dio.

Questo pomeriggio ho fatto una passeggiata nel bosco. Ho portato con me questo libro di Raniero Cantalamessa. Il tema del libro è la povertà, e l'ultimo capitolo, che mi apprestavo a leggere, parla della povertà in spirito (Mt 5, 3), spiega cosa questa espressione voglia dire.

I raggi del sole diffondevano attraverso la coltre di rami senza afa, anzi un vento costante rinfrescava l'aria e portava il suono di miriadi di uccellini affaccendati nella primavera tedesca. Ero seduto su una panchina di legno, di fronte a un recinto dove sono allevati dei mufloni. Questi talvolta brucavano placidi, talaltra si rimbrottavano cozzando le corna in modo spettacolare. Di tanto in tanto passava un jogger, un ciclista, o uno che portava a spasso il suo amico a quattro zampe.

Ecco dunque, era questo il momento di pace che avevo scelto per cercare Dio, che non ha mancato di presentarsi! La meditazione che ho letto sulla povertà è stata splendida
Noi siamo tutti protesi in un magnifico sforzo rivolto all'esterno - acquisire, possedere, comprendere, realizzare - guadagnandoci dei beni materiali ed intellettuali. Ad esempio siamo portati ad aggiornarci continuamente, ogni minuto guardiamo se è arrivata nuova posta, e facebook, e il cellullare... informazioni, opere, appuntamenti. Non è questo, però, il modo di conquistare beni spirituali. Dio non si conquista, perché non è fuori, ma dentro di noi - tramite il battesimo. S. Agostino scrive nelle "Confessioni": "Tardi ti amai, bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti amai. Sì, perché tu eri dentro di me e io fuori. Lì ti cercavo." Al contrario, tanto più facile è incontrare Dio, quanto meno ci diamo pensiero per le cose materiali, quanto più siamo liberi da circoli viziosi mentali. Poveri, insomma, in spirito. Il movimento dell'anima che incontra Dio è verso l'interno - e quando ho compreso questo, ho fatto subito una forte esperienza del vangelo delle mie nozze:

Non cercate perciò che cosa mangerete e berrete, e non state con l'animo in ansia: di tutte queste cose si preoccupa la gente del mondo; ma il Padre vostro sa che ne avete bisogno. Cercate piuttosto il regno di Dio, e queste cose vi saranno date in aggiunta.
Non temere, piccolo gregge, perché al Padre vostro è piaciuto di darvi il suo regno.
Vendete ciò che avete e datelo in elemosina; fatevi borse che non invecchiano, un tesoro inesauribile nei cieli, dove i ladri non arrivano e la tignola non consuma. Perché dove è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore.
Lc 12, 29-34
Quanta serenità ho provato! Quello che più di ogni altra cosa conta, nella nostra vita, e che Cristo è venuto per la nostra salvezza: figli di Dio, siamo chiamati a una vita eterna, per la quale non c'è ansia di riempire un curriculum vitae, di avere un certo numero di pubblicazioni, di avere abbastanza soldi per comprarsi una casa al mare. No. Ho provato un grande senso di libertà: il futuro, nei suoi aspetti professionali, spirituali, materiali, è affidato interamente al Signore, e provo grande gioia nel sapere che egli è al mio fianco come un prode (Gr 20).

Lo sguardo del Signore unisce tra di loro i frammenti di Eternità che vediamo luccicare in mezzo alla sabbia della nostra vita. Frammenti del nostro sè più autentico, in cui avvertiamo l'unità col Signore, momenti che restano nella nostra memoria per sempre. Questi frammenti di Vita Eterna, questi costituiscono il nostro vero io, e non quei frammenti creati dalla simultaneità quotidiana, nella quale sia portati a dividere la nostra vita tra le cose e le occupazioni. In questi momenti noi siamo interi in ogni occupazione (S. Agostino).

Quando mi sono alzato per percorrere la via di casa, nel distendersi in prospettiva della strada nel bosco, ho riunito alcuni di questi frammenti - io bambino nella foresta di Mercadante con mio padre, l'adorazione eucaristica in preparazione della mia cresima, i ritiri del 2005, le preghiere a New York... e ho sorriso, sentendo il calore della grazia del Signore, gioioso e stupito di questo dono. Ero giunto mesto, sono rientrato a testa alta, orgoglioso di essere figlio di Dio.

Grazie, Padre.