Nelle preghiere di questi giorni ho meditato sul passare dal prepararmi a morire al prepararmi alla vita eterna. Questa preparazione richiede una conversione profonda e un riposizionamento in riferimento al senso della vita. Si tratta di una scelta consapevole, che però non avviene in un momento solo, ma in tutti gli istanti che compongono questa vita. E qual è il suo frutto, perché io possa riconoscere che il discernimento mi ha condotto a seguire la volontà di Dio? In estrema sintesi, è l'amore:
Noi sappiamo che siamo passati dalla morte alla vita, perché amiamo i fratelli. Chi non ama rimane nella morte. In questo abbiamo conosciuto l’amore, nel fatto che egli ha dato la sua vita per noi; quindi anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli. Ma se uno ha ricchezze di questo mondo e, vedendo il suo fratello in necessità, gli chiude il proprio cuore, come rimane in lui l’amore di Dio? Figlioli, non amiamo a parole né con la lingua, ma con i fatti e nella verità.
1 Gv 3, 14.16-18
Su questo brano così bello nella sua concisione e franchezza c'è qualche osservazione da fare. La lettera di Giovanni traccia l'amore come il segno da cui ci rendiamo conto di essere viventi. E', cioè una conseguenza della conversione. Infatti, chi non ama rimane nella morte, che si caratterizza come la nostra condizione originaria. Poi, però, si specifica che la nostra vita (eterna) viene dalla vita che Gesù ha dato perché ama noi. C'è, quindi, un ciclo: l'Amore iniziato da Dio lo conduce a mandare il Figlio per salvarci, e la Vita che è in lui entra a far parte di noi, affinché noi a nostra volta possiamo amare, e amando, doniamo Vita (come nel vangelo della Samaritana). Questi passaggi sono un tutt'uno: non è possibile accettare l'Amore di Dio e non amare a nostra volta, e non è possibile condurre una vita senza amore e al tempo stesso dichiarare di aver conosciuto Dio.
Noi amiamo perché egli ci ha amati per primo. Se uno dice: «Io amo Dio» e odia suo fratello, è un bugiardo. Chi infatti non ama il proprio fratello che vede, non può amare Dio che non vede. E questo è il comandamento che abbiamo da lui: chi ama Dio, ami anche suo fratello.
1 Gv 4, 19-21
Signore, ti ringrazio per avermi donato di desiderare la vita. L'esperienza della malattia mi ha fatto conoscere la tua misericordia per me che non sono ancora giunto alla Vita, ma desidero cambiare il mio cuore e accogliere il tuo Amore. Per questo imparerò giorno per giorno ad amare i miei fratelli secondo la tua volontà. Sia fatta la tua volontà, come in cielo, così in terra.