lunedì 12 agosto 2024

Perché il Signore mi salva la vita, piuttosto che chiamarmi a sè?

Dopo la mia operazione, quando non potevo più parlare come prima, ho chiesto al Signore di poter recuperare la voce, pregando quasi ogni giorno il Salmo 130. Questo salmo si apre proprio con la richiesta che la mia voce fosse udita dal Signore. C'è poi la speranza che il Signore risponda con la sua parola. Qui il salmista sembra soprattutto preoccupato delle colpe del popolo di Israele. Quando pregavo, ho sentito la necessità di ricambiare il Signore per il dono della voce, e ho fatto voto di utilizzarla per predicare la sua Parola, quella Parola che avrebbe risposto alla mia voce inaudibile e mi avrebbe salvato. Chiedevo la salvezza, facevo voto di servizio. 

Sal 130 
1 Canto delle salite. Dal profondo a te grido, o Signore; 
2 Signore, ascolta la mia voce. Siano i tuoi orecchi attenti alla voce della mia supplica
3 Se consideri le colpe, Signore, Signore, chi ti può resistere? 
4 Ma con te è il perdono: così avremo il tuo timore. 
5 Io spero, Signore. Spera l’anima mia, attendo la sua parola
6 L’anima mia è rivolta al Signore più che le sentinelle all’aurora. Più che le sentinelle l’aurora, 
7 Israele attenda il Signore, perché con il Signore è la misericordia e grande è con lui la redenzione. 
8 Egli redimerà Israele da tutte le sue colpe. 

Quello che sentivo dentro, però, era soprattutto disperazione. 

Sal 88 
4 Io sono sazio di sventure, la mia vita è sull’orlo degli inferi. 
5 Sono annoverato fra quelli che scendono nella fossa, sono come un uomo ormai senza forze. 
6 Sono libero, ma tra i morti, come gli uccisi stesi nel sepolcro, dei quali non conservi più il ricordo, recisi dalla tua mano. 

In questo passaggio, il disperato si sente finito, come io mi sentivo finivo, incapace, non più quello di un tempo. Avrei preferito morire che affrontare l'invalidità. Mi sentivo gabbato, dimenticato, sfidato per vedere fino a cosa potevo sopportare. Fino ai miei 40 anni mi sono preparato a morire, e credevo fosse un traguardo essere pronto ad andarmene in qualunque momento. Ma dopo la mia operazione temevo non mi fosse più sopportabile la vita. E se Dio volesse togliermi pezzo a pezzo ognuno dei suoi doni? Avevo speranza, ma in fondo avevo anche sfiducia. Dio mi era vicino o mi era lontano? 

Sal 88 
11 Compi forse prodigi per i morti? O si alzano le ombre a darti lode? 
12 Si narra forse la tua bontà nel sepolcro, la tua fedeltà nel regno della morte? 
13 Si conoscono forse nelle tenebre i tuoi prodigi, la tua giustizia nella terra dell’oblio? 
14 Ma io, Signore, a te grido aiuto e al mattino viene incontro a te la mia preghiera. 
15 Perché, Signore, mi respingi? Perché mi nascondi il tuo volto? 

La domanda insidiosa che si imponeva alla mia attenzione era: a che serve, in fondo, la mia vita? Dio può farne a meno. Se io morissi e vedessi Dio, non sarebbe meglio che essere costretto a vivere nel dolore? Perché, allora, Dio dovrebbe salvarmi? 

Sal 56 
14 perché hai liberato la mia vita dalla morte, i miei piedi dalla caduta, per camminare davanti a Dio nella luce dei viventi. 

In questo salmo, la scrittura dice che la salvezza è fatta per camminare davanti a Dio. Che vuol dire camminare davanti a Dio? Risponde San Paolo: 

Fil 1 21Per me infatti il vivere è Cristo e il morire un guadagno. 22Ma se il vivere nel corpo significa lavorare con frutto, non so davvero che cosa scegliere. 23Sono stretto infatti fra queste due cose: ho il desiderio di lasciare questa vita per essere con Cristo, il che sarebbe assai meglio; 24ma per voi è più necessario che io rimanga nel corpo. 

Dio, allora, non vuole che noi moriamo e andiamo in paradiso, ma che viviamo e portiamo frutto in questa vita. Noi non siamo salvati così da andare in paradiso dopo la morte. Non ci prepariamo alla morte: ci prepariamo alla vita. E' questa preparazione che costituisce la conversione. 

Ez 18 32 Io non godo della morte di chi muore. Oracolo del Signore Dio. Convertitevi e vivrete.

Convertitevi e vivrete, è lo stesso che predica Giovanni il Battista e dopo di lui il Cristo: 

Mt 3 1In quei giorni venne Giovanni il Battista e predicava nel deserto della Giudea 2dicendo: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino!». 

"Vivrete" e "il regno dei cieli è vicino" significano la stessa cosa: vita eterna. La "conversione" è un cambiamento di vita: da vita "mortale" a vita "eterna", ma ciò non implica con e senza il corpo. Implica camminare per sé, o "camminare davanti a Dio". Sugli ingressi dei cimiteri è scritto: "Vita mutatur, non tollitur" - la vita non viene tolta ma si trasforma. Questa trasformazione avviene mentre siamo qui, mentre siamo vivi. La conversione è prepararsi a vivere nonostante la sofferenza, in quanto Dio è a fianco a noi.

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