venerdì 21 agosto 2009

L'immagine e l'iscrizione

Mt 22,20-21:
Egli domandò loro: «Di chi è questa immagine e l'iscrizione?». Gli risposero: «Di Cesare». Allora disse loro: «Rendete dunque a
Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio».


Gn 1,27:
Dio creò l'uomo a sua immagine;
a immagine di Dio lo creò.


Questo passo del vangelo mi ha sempre fatto un grande effetto.

Gesú dice:'Di chi é questa immagine e l'iscrizione?'; poiché é di Cesare, bisogna restituirgliela. Poi potremmo scrivere un'altra domanda:'E nell'uomo, di chi é l'immagine e la sua iscrizione?' A Dio, é la risposta.

Non amo il sapore civile che spesso i sacerdoti cercano su questo passo: per me la cosa piú accattivante é la rivendicazione sottintesa qui, ma esplicita altrove (2Cor 3,3: È noto infatti che voi siete una lettera di Cristo composta da noi, scritta non con inchiostro, ma con lo Spirito del Dio vivente, non su tavole di pietra, ma sulle tavole di carne dei vostri cuori.) di come Dio permei il cuore umano. Ciò va oltre il pagare o meno le tasse, argomento sul quale possiamo limitarci a osservare che evaderle certo non ci avvicina al regno dei cieli!
L'ordito di Dio é talmente intrecciato nella nostra trama da esserne a stento distinguibile - "Siamo dei in partecipazione", per dirla con S. Agostino.
Si tratta di tornare a Lui, di rassomigliargli... niente paura, la nostra individualitá non ne sará lesa, perché le facce di Dio sono infinite.
Dio nessuno l'ha mai visto: proprio il Figlio unigenito,che è nel seno del Padre, lui lo ha rivelato (Gv 1,18).
Dopo il Figlio, molti santi ci hanno mostrato il volto di Dio, ciascuno diverso: santi poveri, papi, severi, burloni, piú o meno intelligenti, piú o meno colti. Ciascuno a modo suo.

Quanto é sprecata la ricchezza di ogni singolo cuore umano, quando resta confinato in sé stesso. Che peccato rinunciare a cercare il Bene, diventare cinici, indurirsi, contrarsi nella paura di soffrire ancora, che peccato non essere capaci di ricominciare, di perdonare, di offrire ancora il volto agli schiaffi. Che peccato allontanarsi da Dio e attaccarsi a quel po' di terra che siamo rinunciando al cielo, solo perché sembra così lontano.

Signore, quell'iscrizione... quella profonda, quella che resta anche quando l'immagine sulla moneta non si vede più, incrostata, trascurata... falla bruciare, perchè io senta che c'é. Sei venuto a portare un fuoco, vorresti fosse acceso, ma é spento; riaccendilo. Signore, un tempo ti conoscevo per sentito dire, ma ora ti ho visto con i miei occhi: dona questa esperienza a ciascuno nella sua vita. È un diritto di tutti incontrarti, conoscerti, amarti. Ti prego, Signore, fatti vedere. Cerchi l'uomo, ci domandi:"Dove sei?". Vieni a trovarci quando siamo nascosti. Visitaci quando ci vergognamo.
E porta nella nostra vita l'immagine di te, piano piano, con il paziente lavoro della tua Parola, che monda la nostra anima.
Amen

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