mercoledì 17 febbraio 2010

Quaresima


In quel tempo, Gesù, pieno di Spirito Santo, si allontanò dal Giordano ed era guidato dallo Spirito nel deserto, per quaranta giorni, tentato dal diavolo. Non mangiò nulla in quei giorni, ma quando furono terminati, ebbe fame. Allora il diavolo gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ a questa pietra che diventi pane». Gesù gli rispose: «Sta scritto: “Non di solo pane vivrà l’uomo”».
Il diavolo lo condusse in alto, gli mostrò in un istante tutti i regni della terra e gli disse: «Ti darò tutto questo potere e la loro gloria, perché a me è stata data e io la do a chi voglio. Perciò, se ti prostrerai in adorazione dinanzi a me, tutto sarà tuo». Gesù gli rispose: «Sta scritto: “Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto”».
Lo condusse a Gerusalemme, lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù di qui; sta scritto infatti: “Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo affinché essi ti custodiscano”; e anche: “Essi ti porteranno sulle loro mani perché il tuo piede non inciampi in una pietra”». Gesù gli rispose: «È stato detto: “Non metterai alla prova il Signore Dio tuo”».
Dopo aver esaurito ogni tentazione, il diavolo si allontanò da lui fino al momento fissato.

Lc 4,1-13


Chi glielo fa fare a Gesù, di andare nel deserto, tra le fiere, quaranta giorni, senza mangiare??
Non ci va da sè, lo Spirito lo sospinge. E perchè proprio nel deserto? Perchè la voce di Dio è come il mormorìo di un vento leggero, e ascoltarla richiede impegno.
Ora, Gesù veniva da trent'anni di vita da falegname. Perchè d'un tratto lo Spirito lo chiama? Cos'ha da dirgli? Leggendo poche righe più sotto, abbiamo la conseguenza di quel ritiro spirituale: Gesù viaggia per la Galilea e predica la conversione, l'arrivo del Regno di Dio. In altre parole nel suo "ritiro" il Padre gli ha annunciato il progetto che aveva per lui. Tante volte Gesù dice: "ciò che il Padre mi ha detto", ebbene questa era una delle occasioni in cui il Padre gli ha chiesto di "lavorare nella sua vigna".
Non deve essere stato facile per Gesù, quando il Padre gli ha detto, in preghiera, che era necessario che egli si esponesse predicando, che si assoggettasse alla persecuzione degli uomini, che terminerà con la crocifissione. Ha avuto paura. Potremmo immaginare Satana con gli zoccoli da caprone, le corna e lo zolfo, che si reca da Gesù e lo scarrozza da un pinnacolo all'altro. Ma noi sappiamo cosa Gesù ha provato senza bisogno di effetti speciali: ha avuto paura. È stato tentato di dire che era impossibile per lui - la tentazione del pane, il limite materiale; è stato tentato dal pensare che essere figlio di Dio voleva dire essere una sorta di superman, che con quei poteri poteva fare di testa sua - la tentazione del pinnacolo; gli sono passate davanti le mille altre cose che avrebbe potuto fare della sua vita, piuttosto che andare a morire per persone peggiori di lui - le ricchezze del mondo. Sono cose che fanno parte della vita spirituale di ciascuno. A queste Gesù ha risposto con Castità, Obbedienza e Povertà, sempre tramite la Parola di Dio.

Che se ne fa Dio, che è Amore, della nostra astinenza dalle carni e dei nostri digiuni? Perchè la Chiesa ci chiede di vivere la Quaresima?
Me lo rivelò un caro amico, in una preziosa predicazione di cui mi è rimasta questa nota: "Quando l'uomo chiede è per ricevere, quando Dio chiede è per dare."
Avete presente quel riguardo che abbiamo verso le persone che amiamo, di ricordare i loro compleanni, di comprare un regalo per l'anniversario, etc. etc.? I "fioretti" sono gesti di devozione verso Dio, la cui mancanza non fa soffrire Lui, ma toglie a noi l'occasione di ricordarci di Dio e di dialogare con Lui.
Senza dubbio la parola d'ordine della Quaresima è l'ascolto, il dialogo con Dio, e il numero quaranta (da cui il nome) accompagna il diluvio, l'Esodo, la fuga di Elia, tutti momenti di conversione, nei quali Dio si fa presente per riscattare il suo popolo dal peccato.

Ascolta, Israele: il Signore è il nostro Dio, il Signore è uno solo. Tu amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore, con tutta l'anima e con tutte le forze. Questi precetti che oggi ti do, ti stiano fissi nel cuore.
Dt 6,4-6

L'invito di Dio per la quaresima in particolare, e per ogni giorno della nostra vita in generale, è dunque: "Ascolta!!".

«Su, venite e discutiamo» dice il Signore. «Anche se i vostri peccati fossero come scarlatto, diventeranno bianchi come neve. Se fossero rossi come porpora, diventeranno come lana.»
Is 1,18
In passato ho sofferto molto la lontananza da Dio. Quando ho interrotto la preghiera e la predicazione, questa era diventata una cosa mia, non apparteneva più interamente a Dio. Si trattava di mettermi a pregare e produrre lo spunto di preghiera. L'Ascolto si era svuotato, perchè mancava il Silenzio, quello stesso Silenzio che Gesù ha cercato nel deserto.
Gli fu detto: «Esci e fermati sul monte alla presenza del Signore». Ecco, il Signore passò. Ci fu un vento impetuoso e gagliardo da spaccare i monti e spezzare le rocce davanti al Signore, ma il Signore non era nel vento. Dopo il vento ci fu un terremoto, ma il Signore non era nel terremoto. Dopo il terremoto ci fu un fuoco, ma il Signore non era nel fuoco. Dopo il fuoco ci fu il mormorio di un vento leggero. Come l'udì, Elia si coprì il volto con il mantello, uscì e si fermò all'ingresso della caverna. Ed ecco, sentì una voce che gli diceva: «Che fai qui, Elia?».
1Re 19,11-13

Mi piace molto quest'immagine, perchè descrive bene quel che si prova quando si cerca Dio. "Mormorìo di un vento leggero."

Queste considerazioni le ho fatte l'anno scorso, quando ho avuto la possibilità, perchè me lo ha chiesto il parroco, di dare ancora la Parola.
L'incontro in sè non è stato entusiasmante. Era la prima volta che parlavo davanti a persone che non conoscevo, ero molto emozionato, parlavo troppo in fretta.
Ma pur con le numerose le imperfezioni, ho provato in quel momento un grande senso di libertà perché quello che stavo facendo, e che non mi piaceva, lo facevo per Dio, e quello che cercavo di trasmettere era la Sua Parola, non la mia. L'obbiettivo da raggiungere era che ciascuno pregasse tra sè, e non che si riflettesse dottamente. In generale l'aridità spirituale provata in passato mi ha portato ad amare queste imperfezioni. Ci vedo il vento leggero, lontano dal chiasso dell'ambizione e della superbia. Ed è bello fare qualcosa senza averne la ricompensa della soddisfazione personale.

Signore, rileggendo queste note mi accorgo di quello che allora mi hai dato, che in parte è entrato nel tessuto della mia preghiera, e ne sono lieto. Mi accorgo pure che non tutto è entrato a far parte della mia vita, e tu mi dici: su mangia, perché è troppo lungo per te il cammino. Per aver ricevuto la tua Parola, Signore ti ringrazio, e su di essa confido: sono con voi tutti i giorni. Vorrei che questo mormorìo intervenisse nelle mie scelte, vorrei che fossero fatte attraverso di Te e per Te, e allora sono certo che non me ne pentirei. Non è più dolce soffrire per amore che godere nella solitudine? Mi piacerebbe poterti avvicinare tutto in una volta, senza dover aspettare, senza dover crescere, senza dover ancora cadere.
Ma se questa è invece la tua volontà, sia fatta la tua, non la mia.

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