domenica 7 febbraio 2010

Cristo Re

Io santificherò il mio gran nome che è stato profanato fra le nazioni, in mezzo alle quali voi l'avete profanato; e le nazioni conosceranno che io sono il SIGNORE", dice il Signore, DIO, "quando io mi santificherò in voi, sotto i loro occhi. Io vi farò uscire dalle nazioni, vi radunerò da tutti i paesi, e vi ricondurrò nel vostro paese; vi aspergerò d'acqua pura e sarete puri; io vi purificherò di tutte le vostre impurità e di tutti i vostri idoli. Vi darò un cuore nuovo e metterò dentro di voi uno spirito nuovo; toglierò dal vostro corpo il cuore di pietra, e vi darò un cuore di carne. Metterò dentro di voi il mio Spirito e farò in modo che camminerete secondo le mie leggi, e osserverete e metterete in pratica le mie prescrizioni. Abiterete nel paese che io diedi ai vostri padri, sarete il mio popolo, e io sarò il vostro Dio.
Ez 36,23-28

Questo post ho cominciato a prepararlo il 14 Ottobre. Ho pensato di postarlo il 22 Novembre, era il giorno di Cristo Re. Quel giorno ricorreva per me il settimo anniversario della cresima, sapete, la Confermazione.
Perchè a due mesi dalla mia conversione, questa si è tradotta per me in sacramento, quel sacramento in cui uno dice:"Eccomi, Signore! Abbraccio la vita che tu mi metti davanti, con questa fede, in questa chiesa, sono il tuo soldato". E qui ho cominciato a pregarci su, a meditare, e mi sono fermato. Perchè questo passo di Ezechiele io lo leggevo al futuro, ma vedete, questo è il passato, questo è già successo.

La promessa di questo passo Dio l'ha mantenuta. A livello storico, perché Gesù è venuto sulla terra, e tutto quanto detto è stato fatto. Il Signore si è santificato in noi, nell'umanità, nella santità di Cristo. Gli apostoli hanno radunato gente da tutti i paesi, perché tutti diventassimo cittadini del cielo. Dio ci ha dato un cuore nuovo e il suo Spirito, dopo la morte di Cristo; eravamo duri di cuore e siamo stati cambiati.
Io l'ho vissuto anche a livello personale, io l'ho incontrato Cristo, ho avuto un cuore nuovo, sono parte del popolo di Dio. Eppure l'attesa non si estingue, e sempre sento quel che mi manca, la mia distanza da Dio. È ingiusto, però, credere che la salvezza arriverà domani, tutta insieme. La salvezza, in questi sette anni, Dio me l'ha data poco a poco, e il molto che ancora mi manca me lo dà giorno per giorno. I nostri errori, i nostri limiti, sono tali oggi, e ci disgustano, ma sono un passo di un lungo cammino. Quello che oggi sembra un male abietto é uno stadio incompleto del bene. Quando i neonati gattonano non sono impediti. Stanno solo imparando.
Stiamo solo imparando a fare il Bene, ma il Bene c'è, lì sotto, dentro di noi. Bisogna che continuiamo a imparare.
Nella festa di Cristo Re che si avvicinava, mi chiedevo in cosa questo Regno consista, e in cosa credo, e perchè ci credo, e cosa mi ha convinto, se ne sono ancora convinto. Siate sempre pronti a render conto della speranza che è in voi a tutti quelli che vi chiedono spiegazioni (1 Pt 3, 15).

Ho cercato allora nella Parola di Dio, ed ecco il vangelo del giorno di Cristo Re:

In quel tempo, Pilato disse a Gesù: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose: «Dici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me?». Pilato disse: «Sono forse io Giudeo? La tua gente e i capi dei sacerdoti ti hanno consegnato a me. Che cosa hai fatto?».
Rispose Gesù: «Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù».
Allora Pilato gli disse: «Dunque tu sei re?». Rispose Gesù: «Tu lo dici: io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce».

Gv 18, 33b-37

"Il mio regno non è di questo mondo". Queste parole mi hanno tenuto sospeso. Che differenza fa Cristo? Per quale motivo avevo scelto di servire questo re?

Guardate, Cristo si è comportato in modo peculiare. Quando lo arrestano, non fugge, e nessuno combatte per lui; avendo un grande messaggio da dare, non lo ha scritto perché potesse ispirare le generazioni future, ma lo ha affidato a un gruppo di pescatori, verbalmente, vivendoci accanto per tre anni e parlando con loro. Altri capi e innovatori religiosi, o saggi, si sono lasciati proteggere da zelanti politici o da gruppi di fedeli. Penso ad esempio a Lutero, a Maometto, a tanti papi. Gesù no, va a morire. Di una morte umiliante, che per un giudeo era il segno chiaro:"Questo qui non è stato accettato dal Sinedrio, quindi era un bestemmiatore."
Ma fin qui ci arrivava anche il buon Socrate.
Gesù è ancora più strano. Avendo capito molte cose, poteva tirar fuori una sua idea, farne una teoria, come il marxismo o la maieutica. Gesù, invece, insiste per scomparire: afferma sempre che tutto quanto dice non è venuto in testa a lui, ma glielo ha detto il Padre.
Io ho letto la biografia di Terzani, e devo dire, un uomo saggio. Pur quest'uomo saggio, giunto alla fine della sua vita, chiama il figlio e gli racconta le sue memorie. Terzani non si lascia disperdere così, nella storia. Pur distaccato dalla vita, non si distacca dal dire la sua, dall'esprimere quella sua vita in pagine che sono in qualche modo garanzia di immortalità. Gesù non fa preparativi di sorta, il tutto si limita a una preghiera a cena.
Di solito quando uno è re detta le regole. Gesù no, lui rispetta le regole degli altri. Cavolo, il figlio di Dio poteva pure dire di fare una cerimonia in questo modo anzichè in un altro. Lui la lascia agli uomini, la liturgia. Quante volte nella storia dell'uomo un leader cambia le regole? Pensate alla rivoluzione francese. Gesù invece obbedisce alle regole di Mosè, e pure a quelle di Cesare, e anzi le fa diventare più esigenti. Robespierre arriva e dice: via il re Luigi, a morte, non c'é bisogno. Gesù arriva e dice, non solo non dovete tradire vostra moglie, come sta scritto, ma non dovete neppure pensarci a tradirla. La dovete amare, vostra moglie. Che non è mica più facile. Tradire è un fatto, anzi non-tradire è un non-fare; ma amare, questa è una cosa che si gioca senza testimoni, senza prove da superare, è un impegno che non finisce più.
Quando uno è re mangia di più degli altri e gli toccano gli onori. Gesù digiunava e lavava i piedi ai discepoli.
Quando uno è re, minimo minimo deve stendersi a dirimere le questioni di legge (era così specialmente tra i giudei, i quali chiedevano udienza presso il re perché questi giudicasse le cause). Quando a Gesù portano l'adultera, egli non la giudica. Tutti sanno che l'adultera non avrebbe dovuto tradire il marito. Lo sanno i giudei che la vogliono lapidare, lo sa Gesù e lo sa pure lei. Lui le dice invece: va' e non peccare più (Gv 8,11). Qua c'è da pensarci un attimo. Non è che Gesù fosse meno ebreo degli altri. Naturalmente da ebreo gli viene presentata la peccatrice, egli può spontaneamente pensare:"Troia. Lapidiamola." No, invece. Gesù è venuto a salvarla la gente, non a condannarla.
Se tu sei re e uno ti attacca, ti toglie dal trono e ti mette in ridicolo, come minimo gli scagli una maledizione. Gesù invece muore pregando perché chi l'ha messo in croce sia perdonato.

Ma dove lo trovo un altro così? Seriamente. Mettiamoci a ripassare la lista dei rivoluzionari, degli eroi, dei profeti, e vediamo. Io non l'ho trovato. Delle persone hanno cercato di fare un po' come lui. S. Francesco, S. Agostino, S. Bernardo... Ma è l'originale, Gesù, che mi lascia a bocca aperta.

Prima di convertirmi non era certo mio uso inchinarmi davanti alla croce. Nel mese in cui poi mi convertii frequentavo un oratorio dell'Opus Dei, in una residenza universitaria dove andavo a studiare. Avevano molti libri e una bella cappellina. Ricordo che una volta entrai nell'oratorio, un po' curioso, un po' con vergogna, insomma, io ero un giovane ambizioso intellettuale ateo :D Sgattaiolai dentro infilandomi subito tra le panche, senza arrivare di fronte all'altare, là dove il buon cristiano si genuflette. Sedetti, e poi pensai a come ero entrato. Un po' come un imbucato a una festa, che non vuol incontrare il padrone di casa. Realizzai allora quanto ero attaccato al mio orgoglio di guardare Dio da pari a pari, perché io ero ateo, io ero un uomo libero, e quella... era una statua. Lì pregai per la prima volta. Mi sentivo così schiavo, e avrei voluto essere così libero. Mi sentivo incatenato a terra, e volevo volare.
Ora, che libertà è giurare fedeltà a un re? Non è che sia proprio libertà. Ma io avevo incontrato delle suore, e avevo visto come loro vivevano questo cristianesimo, questo amore. Caspita, era diverso dal resto del mondo. Il mondo che conoscevo, che potevo prevedere, il mondo che potevo tenere in tasca. Con i mezzi che fin da piccoli impariamo a conoscere, le relazioni interpersonali, la cultura, la filosofia, la politica. Con tutta questa ricchezza di mezzi, l'umanità non cambiava. Non cambiava neppure gli individui; ma queste suore, queste possedevano l'afflato di originalità, di stranezza, che era caratteristico di Cristo.

Allora, nel vederlo anche realizzato, ci ho creduto, alle parole di quest'uomo, che ho trovato scritte dai suoi seguaci. Chiaro che a me piace pensare di essere libero, indipendente, grande e potente. Chiaro che mi piace l'idea di diventare professore un giorno. Naturalmente sogno di avere un bel lavoro, una bella famiglia, scrivere libri influenti e avere a cena i miei amici. Re di questo mio piccolo mondo.
Ma essere servo di questo re, Gesù, non posso negarlo, mi piace di più.
Le risposte di questo mondo non mi bastano. La politica non è sufficiente. Verrà mai lo stato a dirvi di risparmiare, perché c'è gente più povera di voi che ha bisogno dei vostri soldi più di voi? No, lo stato vi dà gli incentivi per cambiare auto. Come potrebbe fare altrimenti? Col comunismo? Bene, disparità non ce ne sono più, ma sembra che la libertà di pensiero ne risenta un tantino... e allora?

E allora Cristo è l'alternativa. Non è un'idea da argomentare, è una persona, il cui comportamento si capisce solo con l'amore. Cristo ha amato, e anche io voglio amare come lui. Perciò credo a quello che ha detto. Spesso ho dei dubbi sulla mia fede. Ma mi sostiene il fatto che Cristo ha detto che questo Dio c'è, che sono suo figlio, ed è l'unico uomo a cui mi sento davvero di prestare fede. Non perché faceva i miracoli. Perché amava più degli altri, per questo gli credo. Non gli resisto, perchè mi sono proprio innamorato della sua Verità, della sua Vita. È per me una fonte di ispirazione, di crescita e di consolazione. Soffro quando non riesco a comportarmi come Cristo, godo quando riesco ad amare come Egli ha amato, quando mi sento unito a lui.
Studio il suo comportamento con attenzione. E mi consola pensare, quando sbaglio, che almeno ho tentato di amare. Alla fine non ce l'ho fatta, ma quello che a Cristo non piace è che non ci si butti neppure nell'avventura, omettere è il peccato radicale. Dimenticarsi di amare. Ignorare le persone (nel peccato originale, ignorare Dio).

E naturalmente l'Amore è esigente. Non è che posso andare da mia moglie e dirle:"Senti, io ti amo, però insomma sii tollerante, a me le femmine piacciono assai". Cristo è esigente. Non si può stiracchiare la Verità qua e là per farci entrare tutto quello che ci piace. Bisogna cercarla, questa Verità, non inventarsela. Io la cerco nelle parole di Cristo, nel tentativo di vivere come Lui. Oggi porto un frutto magro. Ma a tentoni, col tempo, anche questo neonato imparerà a camminare eretto...


Per questo amore, Signore, per l'occasione di incontrarti, per avermi cercato, ti ringrazio profondamente. Per il cuore nuovo, per i cambiamenti che hai fatto i me, e per quelli che prepari; per l'amore che ho ricevuto dalle persone, per l'amore ricevuto da te, per il calore della tua preghiera; per la sofferenza, in cui mi hai mostrato la strada; per la solitudine in cui hai sussurrato la tua parola; per la compagnia in cui mi hai donato la gioia; per il pane che mi hai dato, per l'intelligenza, per il corpo, per l'occasione che ho avuto di imparare e di amare; per la Speranza nel Tuo esempio, per la Fede di chi ha acceso in me la Fede; per la bellezza del mondo, delle creature, per il mistero che ci circonda, ti ringrazio, Padre, di cuore. E ti prego con fiducia, che tu mi insegni a Obbedire a questo Re, e lasciare che la tua volontà sia fatta davvero nella mia vita.

Nessun commento:

Posta un commento