sabato 20 marzo 2010

Nozze

Se anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità, sono come un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna.
E se avessi il dono della profezia e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza, e possedessi la pienezza della fede così da trasportare le montagne, ma non avessi la carità, non sono nulla.
E se anche distribuissi tutte le mie sostanze e dessi il mio corpo per esser bruciato, ma non avessi la carità, niente mi giova.
La carità è paziente, è benigna la carità; non è invidiosa la carità, non si vanta, non si gonfia, non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell'ingiustizia, ma si compiace della verità. Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta. La carità non avrà mai fine.

1Cor 13, 1-8a


Due amici hanno scelto questo passo e il brano del vangelo sotto riportato per il loro matrimonio - e anche per la loro vita insieme.

Certo, è così: uno può possedere tutto, può raggiungere il più strepitoso successo lavorativo e la massima reputazione - ma senza l'Amore la Vita sarebbe vuota. È proprio una questione concreta. Benchè sia un inno, qui non si parla dell'amore in modo astratto o lirico, ma piuttosto in modo del tutto realistico e "coi piedi per terra". Anche io ho sperimentato come la forza d'animo, che uno magari attribuisce al carattere e alla formazione di una persona, dipenda in realtà da questa (e altre...) sicurezza:

"Accanto a me c'è una persona che mi ama, che mi aspetta, che divide la sua Vita con me".

L'Amore si compiace della verità

E questo contraddice quanto si dice dell'amore, che accechi: anzi, l'Amore dona la vista; io gioisco dell'altro per come egli/ella è. Non dobbiamo ingannarci l'un l'altro. Non mi costruisco dell'altro alcuna immagine a cui questi debba corrispondere, bensì mi lascio sorprendere, e persino mettere in discussione dal partner - dai suoi pregi e dai suoi difetti.

Tutto spera l'Amore

L'Amore non giunge mai a compimento. Non dobbiamo prometterci il Paradiso in terra l'un l'altro! È anche possibile lasciare alcuni desideri in attesa di essere esauditi! Il matrimonio è una spedizione esplorativa dell'altro che dura tutta la vita; non solo dell'altro, ma anche di sè stessi. Questa missione è compiuta solo alla fine della nostra vita, al cospetto di Dio.

La carità non avrà mai fine.

Dinanzi a questa affermazione c'è da esitare. L'amore umano, infatti, può finire, è limitato. Ma è proprio con questa affermazione che giungiamo al vero fondamento del matrimonio cristiano.
È l'Amore di Dio che non vedrà mai fine, un amore sconfinato che Dio serba per noi. L'anello che gli sposi si infilano, e che in effetti non ha principio nè fine, simbolizza innanzitutto l'Amore di Dio e la promessa di amarsi.

«Io sono la vera vite e il Padre mio è il vignaiolo. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo toglie e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Voi siete già mondi, per la parola che vi ho annunziato. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me e io in lui, fa molto frutto, perché senza di me non potete far nulla. Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e si secca, e poi lo raccolgono e lo gettano nel fuoco e lo bruciano. Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quel che volete e vi sarà dato. In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli. Come il Padre ha amato me, così anch'io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se farete ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamati amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre l'ho fatto conoscere a voi. Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: amatevi gli uni gli altri.
Gv 15, 1-3.5-10.12-17

Qui si tocca l'esperienza che gli sposi hanno sperimentato a modo loro: non una decisione autonoma conduce l'uno all'altro; allo stesso modo, non è una scelta autonoma quella che conduce uno alla fede - è una sorta di scelta: uno viene scelto, guidato, chiamato. Allo stesso modo gli sposi si sono cercati l'un l'altro nel corso del loro cammino - e in questo hanno pure sperimentato la guida e la "scelta", per così dire, di Dio.

Una volta ero a Berlino, per andare il giorno successivo a una conferenza lí vicino. Ho dormito in una stanza messa a disposizione da una parrocchia protestante, il cui sacerdote é il padre di un mio amico (come appunto puó succedere... ;)).

Ho pregato su questo passo di Giovanni, che racchiude una vera e propria summa della vita cristiana. La Parola é lo strumento con cui il vignaiolo forgia lo spirito a immagine e somiglianza di Dio (siete mondi per la parola che vi ho annunziato; la parola di Dio è viva, efficace e più tagliente di ogni spada a doppio taglio; essa penetra fino al punto di divisione dell'anima e dello spirito, delle giunture e delle midolla e scruta i sentimenti e i pensieri del cuore. Eb 4, 12); la Caritá é ció che ci mantiene nell'amore di Dio (seguire i miei comandamenti = amatevi gli uni gli altri). La Fede é concessa a coloro che restano nell'amore di Dio (se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete ció che volete e vi sará dato). Questo per me è molto significativo: non è che Dio esaudisce i desideri di chi ha Fede. Se così fosse di fatto farebbe preferenze. Dio dà la Fede a chi lo cerca, tramite la preghiera e l'ascolto della Parola. Poi con la Fede si possono fare molte cose ma la principale non sono i miracoli, e non è - secondo me - morire per Dio.
Per qualunque ideale si può morire e subire torture orribili, come tanti eroi nella storia hanno fatto. Ma la Fede dà piuttosto il coraggio di vivere. E questo è molto speciale.

Soprattutto questo si esplica nella risposta alla chiamata di Dio, la vocazione matrimoniale o sacerdotale. La vocazione non è una gara di resistenza, ma il mattone che mettiamo nella Storia della Salvezza nel tentativo di costruire il migliore dei mondi possibili. È l'abito tagliato su misura per le nostre capacità d'amare.


Signore, ti prego con fiducia per gli amici che oggi hai unito in matrimonio, perché possano vivere la tua chiamata in tutta la sua grandezza, profondità, altezza e intensità. Perché non sentano mai di possedere questa scelta, ma ricordino sempre che tu li hai uniti e che nessuno li separerà mai. Perché ricordino che è stata una scelta fatta per te, con te e in te. Perché rimangano, e rimaniamo tutti nel tuo amore. Perché io e mia moglie, che condividiamo la stessa vocazione, possiamo insieme a loro essere una comunità unita nel tuo nome, in grado di renderti visibile al mondo, in grado di incarnare di nuovo l'unione sponsale tra te e l'umanità, come già è stato nel corpo e nel sangue di Cristo.

Sia fatta la tua volontà, come in cielo, così in terra. Amen

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